Capita a volte che nel marasma di pattume cellulosico offerto dal mercato italiano venga fuori qualche piccola perla di stile, è il caso di "happy family" diretto da Gabriele Savatores (sì, è del 2010 ma io l'ho visto solo ieri sera...la tempestività non è il mio forte). La trama è colma di citazioni e fa leva sul gioco di ruoli tra autore e personaggi, tra realtà e finzione, mescolandoli insieme in una storia dai contorni sfumati e onirici, un po' alla Woody Allen per intenderci.
Ma non sono qui per disquisire sulla qualità registica che non è certamente di mia competenza. Sono qui perché voglio battere le mani alla costumista Patrizia Chericoni. Non sono abituata a vedere tanta cura dei dettagli nel nuovo cinema italiano, forse per questo la cosa mi ha particolarmente colpita. Le scene hanno un taglio fotografico e coreografico: i colori degli abiti fanno capo a un'unica palette che varia a seconda della situazione e si sposa persino alla scenografia: abbiamo le scene in rosso, le scene in beige e così via. Un abbinamento così può sembrare forzato, ma non fa altro che sottolineare la voluta finzione del cinema all'interno del cinema.
In particolare il personaggio interpretato da Valeria Bilello, cioè Caterina, si caratterizza per una bellezza elegante e delicata messa in risalto da acconciature che fanno l'occhiolino a Veronica Lake e da abiti che ne esaltano la femminilità senza far leva sulle scollacciate scelte della maggior parte delle commedie all'italiana. Fa da sfondo una Milano romantica e borghese, decantata a pieni polmoni anche nelle piccole cose (vedi Fabio De Luigi che arriva a cena con il mitico Zuccotto di Cucchi e pensa bene di farcelo sapere).
Finalmente una commedia all'italiana che fa sorridere a labbra chiuse.
Valeria Bilello in Armani
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It happen sometimes that in the cellulosic garbage offered by Italy you can find a pearl of style: it’s the case of “Happy Family” by Gabriele Salvatores (yes i know, it’s not new but i saw it just yesterday night). Plot is full of quotes and plays on roles between author and characters, between reality and fiction, mixing them in a dreamy story (in Woody Allens’s style, just to make things clear).
Anyway i’m not here to talk about movie quality, but to clap my hands to costume designer Patrizia Chericoni. I’m not used to see so much details in italian movies, probably that’s why i’m so surprised. Scenes have a photographic and choreograhic cut: colors and scenography refers to a single palette: so we have red scenes, beige scenes and so on. A match like this could look forced, but it’s just a way to underline the fiction.
In particular Caterina, performed by Valeria Bilello, is characterized by an elegant and delicate beauty emphasized by the hair style that winks to Veronica Lake and by outfits that enhance femininity without playing on vulgar décolleté like in most of italian movies.
On the back a romantic and bourgeois Milan, extol full-throated in all the littlest things ( e.g. Fabio De Luigi going to dinner with a Zuccotto by Cucchi -a famous patisserie in Milan-). Finally an italian movie that makes you smile and not laugh.
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